La statua della Vittoria alata, rinvenuta nel 1863 in stato frammentario nell’isola di Samotracia, venne dedicata nel santuario dei Grandi Dei alle spalle del teatro , per commemorare le vittorie di Rodi, Roma e Pergamo contro il re della Siria, Antioco III (191-190 a.C.).
La Nike aparteneva all’impianto scenografico di una fontana. Essa si innalzava su una prua di una galera in pietra collocata in modo obliquo entro il bacino superiore di una fontana, doveva essere vista preferibilmente di scorcio e era riconoscibile anche dai marinai dalle loro navi.
Come molte altre sculture ellenistiche anche la Nike richiama nella posa, che sottolinea il suo arrestarsi sulla prua della nave, le figure alate di epoca classica. Tutto però acquista un’enfasi maggiore: un turbinio veloce increspa il panneggio e il corpo mostra un poderoso vigore.
Di particolare effetto dinamico risulta la resa del panneggio mosso dal vento, l’abilità esecutiva si rivela nel virtuosismo tecnico che modella la pietra in modo da creare ora forti effetti di chiaroscuro, ora morbide vibrazioni luminose. Tali effetti illusionistici permettono di riconoscere nell’opera echi della scultura di Pergamo.