Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

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Cripta della Cattedrale di Anagni in provincia di Frosinone

La Cripta di San Magno fu costruita, dal vescovo Pietro da Salerno, contemporaneamente alla Cattedrale tra il 1072 e il 1104. Essa doveva fungere da scrigno per la conservazione di tutto quello che una cattedrale ha di più sacro: le reliquie dei santi.



L’ambiente presenta tre navate trasversali rispetto a quelle della chiesa superiore e tre absidi. Le dodici colonne individuano ventuno volte che, con le rispettive pareti, sono decorate da un ciclo pittorico di eccezionale bellezza che racconta la storia della Salvezza dell’uomo, dalla sua creazione fino alla fine dei tempi. Gli affreschi sono attribuiti a tre botteghe di artisti anonimi conosciuti come Primo Maestro di Anagni o Maestro delle Traslazioni, Secondo Maestro di Anagni o Maestro Ornatista e Terzo Maestro di Anagni.

Per ragioni stilistiche e storiche i lavori di affrescatura della Cripta si collocano tra il finire del XII secolo e la prima metà del XIII secolo.

Dall’oratorio si entra in uno scrigno di rara bellezza: la Cripta di San Magno. Divisa in tre navate accoglie uno straordinario ciclo pittorico realizzato tra il XII e la prima metà del XIII, da tre diverse botteghe di artisti tra le più abili dell’epoca. Al suo interno la cripta è completamente ricoperta da pregevoli affreschi, in un perfetto stato di conservazione, che possono essere suddivisi in quattro cicli: scientifico, dell’arca, la traditio legis e apocalittico.

Sembra un libro illustrato: il primo ciclo raffigura il mondo concreto nel quale viviamo. Sulle volte troviamo, infatti, dipinti i princìpi cardine della generazione del mondo attraverso la raffigurazione degli elementi principali: l’acqua, la terra, il fuoco e l’aria. Particolarmente interessante, anche perché ci troviamo in un luogo cristiano, sono gli affreschi che raffigurano la ruota dei dodici segni dello zodiaco e l’uomo intorno a cui si collocano quattro sfere che simboleggiano le quattro età dell’uomo collegate, a loro volta, ai quattro elementi naturali e alle quattro stagioni

Un’altra serie di volte sviluppa il tema unitario seguendo fedelmente il resoconto della sottrazione e della restituzione dell’arca narrato nel primo libro di Samuele. Troviamo poi scene dell’Antico Testamento e le immagini tratte dal Nuovo Testamento, avvenimenti storici, eventi legati alla medicina ed all’astrologia. Si possono ammirare anche negli affreschi le storie dei miracoli attribuiti a San Magno.

Foto di Mimmo Schiavo (su Instagram)