L’opera modifica radicalmente l’iconografia dell’ Annunciazione, in quanto per la prima volta esclude l’angelo. Grabriele è assente, ma lo sguardo di Maria che si volge verso destra richiama la sua presenza: Antonello ci porta a immaginare che l’angelo sia appena volato via, lasciando quel soffio di vento che sposta le pagine del libro e un cenno di turbamento nel gesto della fanciulla. L’impostazione spaziale è rigorosa, fissata sullo spigolo del tavolosporgente verso di noi; ma il lieve scarto che fa ruotare il capo di Maria produce la percezione di un moto interiore.
Capolavoro nell’opera sono le mani. La mano destra è tesa verso l’esterno, come a fermare un possibile interlocutore; si proietta nello spazio esterno al dipinto. Al pari del leggio, inoltre, essa riflette la luce che proviene dall’alto e, in questo modo, potenzia la fonte che modella il volto e il manto della Vergine.