Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

Arte

CARAVAGGIO – Vocazione di San Matteo (1599-1600)

CARAVAGGIO – Vocazione di San Matteo (1599-1600)

Il quadro narra il momento in cui Cristo chiama Matteo, seduto al suo banco di esattore delle imposte: “Seguimi”, gli disse Gesù, “e quello, alzatosi, lo seguì”. La scena si svolge in un interno buio e vuoto. A destra vi è Cristo che con un braccio teso indica Matteo, e San Pietro di scorcio che ripete più sommessamente il gesto. L’aopstolo, seduto tra quattro compagni intenti a contare i soldi della riscossione, reagisce all’inaspettata chiamata con uno sguardo e un gesto interrogativi.

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Caravaggio, Vocazione di San Matteo, 1599-1600. Olio su tela, 322×340 cm. Chiesa di San Luigi dei Francesi, Cappella Contarelli, Roma



Il gruppo è rappresentato realisticamente come in una normale situazione da osteria: i personaggi sono fortemente caratterizzati da gesti, dalle vesti ricche e vanitose, dagli oggetti (la spada del giovane, gli occhiali del vecchio). Al gruppo sono contrapposte le figure antiche e sacrali di Cristo e Pietro.

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Caravaggio, Vocazione di San Matteo, 1599-1600. Dettaglio

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Caravaggio, Vocazione di San Matteo, 1599-1600. Dettaglio

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Caravaggio, Vocazione di San Matteo, 1599-1600. Dettaglio

La forza della luce e i rimandi simbolici della tela

La vera protagonista del quadro è la luce, di cui non vediamo la sorgente, che taglia obliquamente la penombra della stanza, sfiora la mano di Gesù e accende violentemente il gruppo dei personaggi, bloccandoli in un attimo di sorpresa e sospensione. L’immagineè, quindi, il momento culmine della storia, quello della chiamata rivelato dalla luce, che lo sottrae al nulla dell’ombra, dal fluire continuo del tempo. Essa, infatti, è anche luce divina, sombolo della Grazia che discende sugli uomini. Secondo il Vangelo di Giovanni, Cristo è “luce vera che illumina ogni uomo” e dona la possibilità di salvezza a chi è disposto a riceverla. Chi, come Matteo e i due giovani, si volge verso la luce, si salverà; il vecchio con gli occhiali e il giovane, che, invece, rimangono intenti nelle loro occupazioni, sono destinati a restare nell’ombra e, quindi, a perdersi. Il passaggio dall’ombra alla luce rappresenta allora il passaggio dalla morte alla vita. La citazione sta a indicare l’intenzione caravaggesca di evidenziare l’umanità di Cristo, più che la natura divina: la sua entrata e la chiamata, infatti, non hanno niente di solenne o di scenografico, ma si svolgono in un ambiente reale e nella umile esperienza quotidiana.

In ultimo, la figura di Pietro, personificazione della Chiesa cattolica mediatrice tra Dio e l’uomo, ripete il gesto di Cristo perché la Chiesa ripete il gesto salvifico che invita a seguirlo.

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