Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

Arte

Botticelli – Venere offre doni a una giovane

Sandro Botticelli – Ciclo di villa Lemmi: Venere offre doni a una giovane, 1483-1486 (?). Dipinti murali staccati e riportati, cm 211 x 284. Musée du Louvre, Parigi

Il dipinto appartiene a un ciclo che si trovava nella villa del chiasso Macerelli, di proprietà della famiglia Tornabuoni tra il 1469 e il il 1541. I dipinti furono portati alla luce, rimuovendo lo stato di calce che li copriva, nel 1873 e l’attribuzione a Botticelli venne fatta da Crowe e Cavalcaselle, che tra i primi videro le opere. La circostanza della commissione dei dipinti e quindi la loro datazione sono discusse dalla critica: infatti secondo alcuni nei personaggi dei giovani raffigurati andrebbero riconosciuti Lorenzo, figlio di Giovanni Tornabuoni, e Giovanna degli Albizi, andati sposi nel 1486; secondo altri, invece, gli sposi andrebbero identificati con Matteo degli Albizi e Nanna Tornabuoni, il cui matrimonio si celebrò nel 1483. La certezza dell’identificazione delle famiglie legate dall’evento matrimoniale deriva dalla presenza su questo ciclo di opere, all’atto della loro scoperta, degli stemmi che le contraddistinguono. Nel dipinto, una fanciulla riceve un omaggio floreale da parte di Venere, la dea dell’amore, abbigliata come quella raffigurata nell’ Allegoria della Primavera e accompagnata delle Tre Grazie.


La scena, impregnata di tematiche legate all’Accademia neoplatonica, si svolge di notte, forse perché secondo la letteratura medioevale, compreso anche Dante, gli incontri tra uomini e figure allegoriche o mitologiche possono avvenire solo in sogno.

A destra in basso, sulla quale di quella che pare una colonna, un putto regge uno stemma scomparso, dove forse si trovava l’arme dei Tornabuoni o degli Albizi, eliminata probabilmente dai successivi proprietari della villa.

Il disegno è armonico, delicato; le linee sono elegantissime e creano nel gonfiarsi delle vesti e nel fluire armonico dei capelli delle donne, dei giochi decorativi, sinuosi e aggraziati. Innegabile è la ricerca di bellezza ideale e armonia, che si attua nel ricorso in via preferenziale al disegno e alla linea di contorno (derivato dall’esempio di Filippo Lippi). In ogni caso l’attenzione al disegno non si risolve mai in effetti puramente decorativi, ma mantiene un riguardo verso la volumetria e la resa veritiera dei vari materiali, soprattutto nelle leggerissime vesti. Il colore chiaro e nitido, derivato dalla particolare tecnica dell’affresco, intride di luce le figure, facendone risaltare la purezza penetrante della bellezza.
Tipica dell’artista è la vena leggermente malinconica, ma serena, che serpeggia negli sguardi.