Così si scrivono lettere d’amore. «Vent’anni di lettere che mettono a nudo, oltre ogni pudore, un rapporto sentimentale che si rivela ben più carnale e terreno di quanto ci si potesse immaginare.», si legge sul retro di copertina del volume “Storia di una passione. Lettere 1932-1953”.
Miller ad Anaïs, da Clichy il 7 giugno 1932:
Cara Anaïs, ti amo pazzamente, pazzamente. […] Anaïs, questa notte sono pazzo. Mi sono precipitato fuori dal teatro perché, per una volta, non riuscivo a fingere. Non so cosa avrei fatto se ti avessi incontrato nell’atrio. […]
Anaïs, sei diventata una parte così vitale di me, che sono completamente sottosopra, posto che questo significhi qualcosa. Non so che cosa scrivo – so solo che ti amo, che ti devo avere esclusivamente, furiosamente, possessivamente. Non so che cosa voglio. Ho avuto troppo, ritengo. Tu mi hai travolto e mi hai viziato. Continuo a chiederti cose sempre più difficili. Mi aspetto che tu compia miracoli. Non sai quanto mi mancano le notti che abbiamo trascorso assieme e quanto hanno significato per me. Altre volte sei solo un fantasma, uno spettro. Vieni e mi fai ammalare di desiderio, brama di possederti, di averti sempre vicina, a parlarmi con naturalezza, a muoverti come se tu fossi una parte di me.