Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

Arte e Cultura

Prima che arrivasse Colombo Cristoforo – Di Philippe Daverio

Chicomecoatl Goddess of Maize and Food

La Dea Azteca Chicomecoatl è nella collezione del Museo Antropologico di Città del Messico. 

 

Prima che arrivasse Colombo Cristoforo in quel mondo nuovo che prese poi il nome da Vespucci e nel quale forse era già approdato un feroce naviglio normanno senza lasciare però tracce evidenti, prima di tutto ciò, nella notte dei tempi, erano arrivati quegli uomini dall’aspetto curioso, dalla pelle rossiccia, dal naso aquilino, che per ondate successive e per migliaia di anni scesero nelle terre infinite partendo dallo stretto di Bering. Circa ventimila anni fa. Noi li abbiamo conosciuti prima nei fumetti e nei western. Si chiamavano Siuox, Cheyenne, Arawak.
Oggi li conosciamo meglio perché i loro diretti fratelli diventarono Maya, Inca e Aztechi.
Quelli che andarono più a sud, come è evidente e naturale, si civilizzarono di più, sicchè già duemila anni fa i Moche del Perù avevano un arte evolutissima, che aveva raggiunto una sorte di proprio classicismo. Civiltà oggi tutte scomparse e quindi archeologiche perché l’arrivo degli europei fu loro fatale. Noi li abbiamo uccisi con il virus del raffreddore, che per loro era ignoto, loro si sono vendicati regalandoci la sifilide che per noi era sconosciuta. Inoltre possedevano in grande quantità un materiale del quale noi altri andavamo ghiottissimi: l’oro. In pochi anni la quantità d’oro europea grazie all’America scoperta si moltiplicò per sei, generando la più terribile inflazione mai sperimentata dall’epoca del tardo impero romano. Ma a loro dobbiamo anche le patate, il pomodoro, il tabacco, i fagioli ed il granoturco che la dea azteca Chicomecóatl regge nelle sue due mani come lo scettro dell’autentica ricchezza giallo oro, quella alimentare.
Senza Aztechi niente polenta. Eppure di tutte le civiltà di origine americana, quella Azteca fu la più breve e la più inquietante. Durata forse solo tre o quattro secoli nella sua fase apicale, aveva divinità terribili alla quali venivano dedicati regolari sacrifici umani e per i quali venivano sgozzati con ritualità terribili i prigionieri catturati. I decori complicatissimi accomunano Maya, Inca e Aztechi, le loro cosmogonie hanno parallelismi, ma il grande reame Azteco ebbe regole solo proprie e di totale eccentricità. Un grande potere urbano che controllava un popolo agricolo, che doveva la propria sopravvivenza proprio al mais.

Fonte: Philippe Daverio