Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

Arte

“Pietà” di Giovanni Bellini

Pietà (106×84 cm) di Giovanni Bellini, oggi alla Pinacoteca Vaticana

La “ Pietà” faceva parte dell’altare maggiore, dipinto da Bellini per la chiesa di San Francesco a Pesaro. Al centro della quale era la composizione “Incoronazione della Madonna”, e ai lati – scene più piccole. La pittoresca tavola era posta in alto, quindi, probabilmente, la prospettiva di quella raffigurata: le figure non sono viste molto dal basso.

La Pietà della Pala di Pesaro contiene diverse novità rispetto a questo tema che l’artista sviluppò in numerose opere fin dalle prime esperienze. Innanzitutto Cristo non è più frontale, ma seduto in tralice sul sarcofago, mentre un inserviente lo tiene per la schiena e Nicodemo tiene l’ampolla degli ungenti alla Maddalena, che inginocchiata davanti a lui sta improfumandogli una mano.

Vi si legge un profondissimo senso del dramma del sacrificio divino, espresso dai volti corrucciati e dall’espressione composta, ma gonfia di pianto che sembra per esplodere della Maddalena. Il silenzio corale e pensoso dei tre e il complesso gioco di intreccio delle loro mani esprimono un senso di comunione che ha un che di sacramentale.

San Giuseppe d’Arimatea sostiene con cura il cadavere di Gesù, Santa Maria Maddalena, prendendogli la mano con ansiosa tenerezza, ungendolo con pace dalla nave portata da San Nicodemo. La cura di Giuseppe d’Arimatea, dietro la quale nasconde il suo dolore, fa eco al volto aspro e gentile di Nicodemo, le cui spalle larghe risvegliano la fragilità di Maria Maddalena. Le lacrime con cui l’anima di questa donna è troppo piena vengono involontariamente accostate ai tormenti subiti da Cristo e la scala della sua sofferenza, incomparabile a qualsiasi cosa, diventa visibile.