Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

Arte

Paolina Bonaparte Borghese di Antonio Canova

 

Paolina Borghese come Venere vincitrice è una scultura neoclassica di Antonio Canova, eseguita tra il 1804 e il 1808 ed esposta alla Galleria Borghese di Roma.

Paolina Borghese (Canova)

Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, andò in sposa al principe Camillo Borghese e fu ritratta da Canova all’età di 25 anni. La giovane era al massimo della sua bellezza e della sua notorietà. Nel 1803 infatti in seguito all’incoronazione di Napoleone imperatore la sorella aveva assunto il titolo di “altezza imperiale”.

Paolina è raffigurata nelle sembianze di una Venere vincitrice. La donna, infatti, nella mano sinistra regge una mela che evoca la vittoria di Afrodite nel giudizio di Paride: quest’ultimo, nella mitologia greca, doveva scegliere a chi tra le dee Era, Atena ed Afrodite assegnare un pomo d’oro con sopra inciso «Alla più bella», e Paride lo concesse proprio alla dea dell’amore.

Paolina-Venere è languidamente semidistesa su un’agrippina, ovvero un divano fornito di un unico bracciolo, sulla quale ella appoggia il braccio destro. Il suo busto è nudo, mentre la parte inferiore del corpo è avvolta da una veste leggera che, scoprendo l’attacco dei glutei e sottolineando le pieghe dell’inguine, rende Paolina pudica e sensuale allo stesso tempo, caricando l’opera di un grande erotismo che sarebbe stato assai meno sentito se la donna fosse stata completamente svestita. Le fattezze divine e il volto idealizzato sublimano il corpo di Paolina al di fuori di ogni realtà terrena: è restituita alla dimensione umana solo grazie a una speciale patina rosa che Canova applicò sulle parti epidermiche della scultura, in modo da imitare il colore dell’incarnato e conferire all’intera opera una lieve parvenza di vita.

Dal punto di vista tecnico, invece, la statua di Paolina Borghese è caratterizzata dall’equilibrio tra le linee orizzontali e verticali – descritte dal letto – e quelle diagonali (individuate dal corpo di Paolina) e da una calibrata alternanza di pieni e vuoti. La staticità della scultura è bilanciata dalla torsione del volto di Paolina, che si presta a una visione a tre quarti; l’intera scultura è inoltre impostata su una linea fluida e sinuosa che, partendo dalle gambe di Paolina-Venere, si flette nella verticalità del suo busto.

La scultura, ad ogni modo, è impostata verso varie visuali, siccome ciascun punto di vista è in grado di regalare nuove bellezze scultoree: fu per questo motivo che Canova decise di inserire nel legno su cui poggia la statua un ingranaggio per farla ruotare, in modo tale che questa potesse essere osservata da ogni angolazione. In base alla direzione che l’opera assumeva, infatti, variava la quantità di luce che la investiva: in questo modo si determinavano giochi di luce e di ombre sempre differenti, facendo variare l’aspetto di Paolina all’infinito.