Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

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Le 10 opere più scandalose della storia dell’arte

Sono state censurate, tacciate di cattivo gusto, incomprese o contestate, ma hanno lasciato il segno nella storia dell’arte. Ecco una selezione delle opere, del passato e del presente, che hanno più sbalordito e destato scandalo.

Opere scabrose, provocatorie, considerate oscene, blasfeme, immorali, offensive. La storia dell’arte ne è piena, giustamente, perché scandalizzare, spesso, equivale a mettere in discussione i valori comuni, equivale a far pensare e rivoluzionare. Molte immagini nel corso dei secoli e per ragioni diverse hanno sconvolto critica e pubblico finendo con l’essere avversate o anche, nei casi peggiori, censurate; queste stesse poi, nei casi più felici, sono diventate capisaldi della storia dell’arte. Ecco una selezione, in ordine cronologico, di dieci grandi opere d’arte che hanno fatto scandalo.

1. Giudizio Universale – Michelangelo Buonarroti – 1536-1541. All’epoca della sua realizzazione, l’affresco della Cappella Sistina fu oggetto di critiche molto aspre ed il suo autore rischiò persino l’imputazione di eresia, con accuse di oscenità e tradimento della verità evangelica. Quei corpi troppo poco santi, nudi e in pose sconvenienti, furono bollati come indecorosi al punto da essere rivestiti, fino agli anni ’90 del 1900, dai panneggi svolazzanti di Daniele da Volterra, noto perciò con il soprannome di “Braghettone”.

2. Morte della Vergine – Caravaggio – 1604. Quando fu consegnato al suo committente, il dipinto fu rifiutato. Si contestava al pittore l’eccessivo naturalismo della figura della Vergine: troppo terreni e poco santi sembrarono il ventre gonfio, la carnagione terrea, il braccio abbandonato, le caviglie scoperte, al punto che si vociferò che Caravaggio si fosse ispirato al cadavere di una prostituta trovata nel Tevere.

3. La colazione sull’erba – Edouard Manet – 1863. Quella che al pubblico di oggi appare un’immagine tradizionale e signorile, al momento della sua prima esposizione fu considerata volgare: pittoricamente irrispettosa nei confronti dei canoni accademici, destò grandi critiche anche per il soggetto che fondeva classico e moderno, perché poneva nudi femminili accanto a giovani borghesi in abiti contemporanei, dando adito a interpretazioni che lessero la scena come l’incontro di una prostituta con due uomini del tempo.

4. L’origine del mondo – Gustave Courbet – 1866. Commissionato da un ambasciatore turco che collezionava dipinti erotici, il quadro francese dal poetico titolo e dal soggetto carnale era decisamente sovversivo e sfrontato trattando un argomento scabroso con un realismo quasi fotografico. L’opera è passata in varie collezioni private – tra cui quella di Jacques Lacan – per poi entrare nelle raccolte del Musée d’Orsay, eppure ancora oggi è talvolta motivo di scandalo e oggetto di censure.

5. Fontana – Marcel Duchamp – 1917. Un comune orinatoio che diventa oggetto artistico con il titolo di “Fontana” e la firma fittizia di R.Mutt era un’operazione inconcepibile per i critici d’arte del 1917: la giuria della Society of Independent Artists non permise che il pezzo fosse esposto in mostra, ma nel frattempo Duchamp stava cambiando la storia dell’arte con la geniale trovata del ready-made.

6. Merda d’artista – Piero Manzoni – 1961. Escrementi d’artista, in scatolette di latta numerate e autografate, sono da considerarsi opere d’arte: è questo il messaggio dell’artista milanese che, ironico e spudorato, arricchisce e al tempo stesso scardina i principi dell’arte e del suo mercato, con un’operazione forte e provocatoria da qualcuno ancora oggi considerata inaccettabile.

7. Seconda soluzione d’immortalità (L’universo è immobile) – Gino De Dominicis – 1972. Indignazione e denunce per l’artista che alla Biennale di Venezia del ‘72 coinvolse nella propria installazione un ragazzo down: seduto su una sedia, nell’angolo di una sala, di fronte ad oggetti simbolici di un istante immobile, stava a rappresentare l’assenza di percezione precisa del tempo. I genitori del ragazzo down, che pure avevano acconsentito alla sua partecipazione all’opera, spinti dalle voci che parlavano di disumanità, arrivarono persino a querelare l’artista.

8. Madre e figlio (divisi) – Damien Hirst – 1993. Esposti in quattro teche, una mucca e un vitello divisi: divisi tra loro e divisi a metà, sezionati e immersi in formaldeide. Controverso e macabro, l’artista inglese riflette sulla precarietà della vita, ma il suo gusto nel parlare della morte con immagini scioccanti e nel trattare, sezionare ed esporre animali desta scandalo e polemiche da più di vent’anni.

 

9. Senza titolo (Bambini impiccati) – Maurizio Cattelan – 2004. Così molesta che un uomo si arrampicò su un albero nel tentativo di rimuoverla e da lì cadde finendo in ospedale, l’installazione dei tre bambini impiccati, manichini appesi a un albero in una piazza milanese, fu contestatissima. Come questa, la maggior parte delle immagini del provocatorio Cattelan lascia il pubblico a bocca aperta per l’irriverenza e la genialità.

10. Alison Lapper incinta – Marc Quinn – 2005. Esposta in Trafalgar Square, fece indignare, tra gli altri, alcuni membri del Parlamento britannico quell’enorme scultura in marmo di Carrara rappresentante una donna focomelica. Alison Lapper è una modella e artista affetta da una grave malformazione: Marc Quinn l’ha resa più volte protagonista delle proprie opere, notando come la disabilità sia un tema trascurato nell’arte ed esaltando l’energia della donna. In questa foto alla Biennale di Venezia nel 2013.

 

A cura di Gabriella Valente