Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

Arte e Cultura

Antonio Tabucchi, il sogno di Caravaggio

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

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A volte una soluzione sembra plausibile solo in questo modo: sognando.
(ANTONIO TABUCCHI, Piccoli equivoci senza importanza)

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

«La notte del primo gennaio 1599, mentre si trovava nel letto di una prostituta, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, pittore e uomo iracondo, sognò che Dio lo visitava. Dio lo visitava attraverso il Cristo, e puntava il dito su di lui. Michelangelo era in una taverna, e stava giocando di denaro. I suoi compagni erano dei furfanti, e qualcuno era ubriaco. E lui, lui non era Michelangelo Merisi, il pittore celebre, ma un avventore qualsiasi, un malandrino. Quando Dio lo visitò stava bestemmiando il nome di Cristo, e rideva. Tu, disse senza dire il dito del Cristo. Io ?, chiese con stupore Michelangelo Merisi, io non sono un santo per vocazione, sono solo un peccatore, non posso essere scelto.
Ma il volto del Cristo era inflessibile, senza scampo. E la sua mano tesa non lasciava spazio a nessun dubbio. Michelangelo Merisi abbassò la testa e guardò il denaro sul tavolo. Ho stuprato, disse, ho ucciso, sono un uomo con le mani lorde di sangue.
Il garzone dell’osteria arrivò portando fagioli e vino. Michelangelo Merisi si mise a mangiare e a bere. Tutti erano immobili, vicino a lui, solo lui muoveva le mani e la bocca come un fantasma. Anche il Cristo era immobile e tendeva la sua mano immobile col dito puntato.

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

Michelangelo Merisi si alzò e lo seguì. Sbucarono in un vicolo sudicio, e Michelangelo Merisi si mise a orinare in un canto tutto il vino che aveva bevuto quella sera.
Dio, perché mi cerchi?, chiese Michelangelo Merisi al Cristo. Il figlio dell’uomo lo guardò senza rispondere. Passeggiarono lungo il vicolo e sbucarono su una piazza. La piazza era deserta.
Sono triste, disse Michelangelo Merisi. Il Cristo lo guardò e non rispose. Si sedette su una panchina di pietra e si tolse i sandali. Si massaggiò i piedi e disse: sono stanco, sono venuto a piedi dalla Palestina per cercarti.
Michelangelo Merisi stava vomitando appoggiato al muro di un cantone. Ma io sono un peccatore, gridò, non devi cercarmi.

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

Il Cristo si avvicinò e gli toccò un braccio. Io ti ho fatto pittore, disse, e da te voglio un dipinto, dopo puoi seguire la strada del tuo destino.
Michelangelo Merisi si pulì la bocca e chiese: quale dipinto?
La visita che ti ho fatto stasera nella taverna, solo che tu sarai Matteo.
D’accordo, disse Michelangelo Merisi, lo farò. E si girò nel letto. E in quel momento la prostituta lo abbracciò russando».

Antonio Tabucchi, Sogni di sogni, in Donna di Porto Pim. Notturno indiano. I volatili del Beato Angelico. Sogni di sogni, introduzione di Paolo Mauri, Sellerio editore, Palermo 2013, pp. 242-243 [prima edizione: 1992].

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

CARAVAGGIO, Vocazione di san Matteo, 1599-1600, Roma, Chiesa di San Luigi dei Francesi

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