La prima notizia certa sull’opera risale al 1601 e fa pensare che i committenti originari fossero gli iscritti alla Confraternita dei mercanti di Recanati. Essa infatti si trasferì in una nuova sede nel 1533 e tale occasione avrebbe potuto fare da pretesto per la commissione di una nuova pala.
DESCRIZIONE E STILE: In una stanza, la camera da letto della Vergine, l’Annunciazione è risolta con una composizione di grande novità: a destra l’angelo, reggente il giglio bianco, è entrato da una loggia aperta su un giardino (l’hortus conclusus) e con il braccio destro, in un gesto un po’ innaturale, indica il Dio Padre che si è manifestato in una nuvola e da sotto la loggia sta inviando con le mani giunte la sua benedizione su Maria. Quest’ultima è in primo piano a sinistra e, con una certa spregiudicatezza compositiva, si volge verso lo spettatore, dando le spalle all’annuncio, e solleva le mani sorpresa, infossando la testa tra le spalle con un’espressione tra l’umile, il turbato e il succube.
Stilisticamente le teste sono leggermente sottodimensionate e le figure appaiono bloccate in gesti rigidi, anche se altamente espressivi. Colpisce l’amorevole descrizione dei dettagli della stanza, di matrice nordica, come il letto a baldacchino, la finestrella coi vetri piombati, la mensola con la piccola natura morta (alcuni libri, un candelabro e un calamaio), l’appendiabiti, lo sgabello con la clessidra, l’inginocchiatoio e soprattutto il gatto che fugge spaventato inarcando la schiena, un simbolo della sconfitta del male ma anche un garbato elemento di ironia.
Tra le fonti a cui Lotto si ispirò si indica un rilievo di Andrea Sansovino a Loreto (per il baldacchino), e l’Annunciazione di Dirk Bouts, che fece da modello anche a Tiziano per un’opera destinata alla cattedrale di Treviso. Da Tiziano in particolare riprese la Madonna voltata verso lo spettatore e l’Angelo dietro che cerca la sua attenzione con un gesto eloquente del braccio. A partire da questi spunti Lotto elaborò l’originalissimo sviluppo dell’azione dallo sfondo verso il primo piano.
Scrisse Argan: «la Vergine di Tiziano è una regina in preghiera che si volge nobilmente a ricevere nel suo palazzo il messaggero divino. La Vergine del Lotto è una brava ragazza; il messaggio la coglie di sorpresa mentre prega nella sua stanza; non osa neppure volgere il capo; il suo gesto, quasi di difesa, è quello di chi si sente colpito alle spalle da un richiamo improvviso»
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA PER LA REDAZIONE DI QUESTO ARTICOLO:
- Carlo Pirovano, Lotto, Electa, Milano 2002.
- Roberta D’Adda, Lotto, Skira, Milano 2004.