I LIBRI: ECCO QUANTO VI FA BENE
Con un libro in mano sviluppiamo empatia, preveniamo l’aggressività e riattiviamo la creatività che viene a mancare con il disagio psichico
Leggere fa bene. Anzi, fa meglio di quanto pensiate. Pagina dopo pagina si allenano le emozioni, si amplia il linguaggio, si rafforza il pensiero. In più, immersi tra le pagine di un libro, riusciamo anche a rilassarci. Quindi, riempite pure la valigia di libri, di qualunque genere: narrativa, saggistica, poesia, teatro. E trovate il tempo e il piacere di leggere, da soli, in famiglia o anche in gruppo. Con la psicologa e psicoterapeuta Rosa Mininno, dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, che pratica anche la biblioterapia, scopriamo quali sono i benefici di un buon libro.
Leggere ci addestra a vivere
Diversi studi scientifici sull’attività cerebrale di chi legge hanno messo in evidenza, con la diagnostica del brain imaging, che mentre leggiamo il cervello si comporta esattamente come se stesse vivendo davvero quello che legge. Quindi leggere ci addestra a vivere. Del resto, è dagli inizi del ‘900 che diversi psicoterapeuti utilizzano la biblioterapia, cioè il libro in terapia, per il trattamento di ansia, depressione, disturbi alimentari e altre patologie.
La lettura è respiro della mente
Deve essere chiaro che leggere fa bene alla salute. Leggere apre la mente, la rende più dinamica e resiliente. I motivi sono tanti: leggere consente un’evasione non banale e ci permette di uscire dalle gabbie nelle quali talvolta ci rinchiudiamo. La lettura non solo sviluppa la capacità cognitiva, quindi ci consente di arricchire il nostro linguaggio e il nostro bagaglio culturale, ma stimola e allena anche la capacità emotiva, quando ci immedesimiamo nei personaggi, quando troviamo situazioni nelle quali ci possiamo più o meno identificare, quando abbiamo la sensazione di vivere quella narrazione.
Sviluppa la capacità empatica
Leggere ci aiuta a indossare i panni dell’altro e quindi sviluppare la nostra capacità empatica, cioè saper cogliere i pensieri e gli stati d’animo altrui, fondamentale nei processi di socializzazione. Senza empatia, senza la capacità di capire cosa l’altro prova in varie situazioni, è più difficile prevenire l’aggressività, la violenza agita senza consapevolezza. L’empatia è importante anche nella formazione dei manager, che devono imparare a gestire le proprie emozioni e a riconoscere quelle degli altri. Ecco perché ai manager si consiglia la letteratura.