Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

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Leggere fa bene: è una palestra per l’anima

I LIBRI: ECCO QUANTO VI FA BENE

Con un libro in mano sviluppiamo empatia​, preveniamo l’aggressività e riattiviamo la creatività che viene a mancare con il disagio psichico

 

Leggere fa bene. Anzi, fa meglio di quanto pensiate. Pagina dopo pagina si allenano le emozioni, si amplia il linguaggio, si rafforza il pensiero. In più, immersi tra le pagine di un libro, riusciamo anche a rilassarci. Quindi, riempite pure la valigia di libri, di qualunque genere: narrativa, saggistica, poesia, teatro. E trovate il tempo e il piacere di leggere, da soli, in famiglia o anche in gruppo. Con la psicologa e psicoterapeuta Rosa Mininno, dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, che pratica anche la biblioterapia, scopriamo quali sono i benefici di un buon libro.

 

Leggere ci addestra a vivere

Diversi studi scientifici sull’attività cerebrale di chi legge hanno messo in evidenza, con la diagnostica del brain imaging, che mentre leggiamo il cervello si comporta esattamente come se stesse vivendo davvero quello che legge. Quindi leggere ci addestra a vivere. Del resto, è dagli inizi del ‘900 che diversi psicoterapeuti utilizzano  la biblioterapia, cioè il libro in terapia, per il trattamento di ansia, depressione, disturbi alimentari e altre patologie.

La lettura è respiro della mente

Deve essere chiaro che leggere fa bene alla salute. Leggere apre la mente, la rende più dinamica e resiliente. I motivi sono tanti: leggere consente un’evasione non banale e ci permette di uscire dalle gabbie nelle quali talvolta ci rinchiudiamo. La lettura non solo sviluppa la capacità cognitiva, quindi ci consente di arricchire il nostro linguaggio e il nostro bagaglio culturale, ma stimola e allena anche la capacità emotiva, quando ci immedesimiamo nei personaggi, quando troviamo situazioni nelle quali ci possiamo più o meno identificare, quando abbiamo la sensazione di vivere quella narrazione.

Sviluppa la capacità empatica

Leggere ci aiuta a indossare i panni dell’altro e quindi sviluppare la nostra capacità empatica, cioè saper cogliere i pensieri e gli stati d’animo altrui, fondamentale nei processi di socializzazione. Senza empatia, senza la capacità di capire cosa l’altro prova in varie situazioni, è più difficile prevenire l’aggressività, la violenza agita senza consapevolezza. L’empatia è importante anche nella formazione dei manager, che devono imparare a gestire le proprie emozioni e a riconoscere quelle degli altri. Ecco perché ai manager si consiglia la letteratura.

Restituisce valore al tempo (per sé)

Il libro è uno strumento semplice: purché si riesca a concentrarsi, si può portare e usare ovunque, in metropolitana, al bar, al parco. Con un libro possiamo coltivare il dialogo interiore, fondamentale per stare bene con noi stessi, e quindi con gli altri. Però, per leggere ci vuole tempo, non è qualcosa che possiamo fare mentre facciamo altro.

Quindi leggere aiuta anche a restituire valore al tempo, a trovare tempo e spazio per noi stessi. A dedicarsi a quella che io definisco «solitudine positiva», che è tempo per sé, senza interferenze ma senza necessariamente isolarsi.

Costruisce relazioni

E’ importante accostare i bambini alla lettura quando sono molto piccoli. Così possono imparare che il mondo è molto più ampio della famiglia. Per i genitori il libro letto al bambino è un valido strumento di relazione, attraverso il quale veicolare valori e insegnamenti. Il libro aiuta a costruire relazioni poi lungo tutta la vita.

Uno studio dell’Università di Reggio Emilia condotto in Italia e nel Regno Unito ha dimostrato come la lettura di Harry Potter riduca nei ragazzi i pregiudizi nei confronti di persone discriminate, come immigrati, omosessuali o rifugiati, perché il maghetto si relaziona in modo positivo a personaggi  stigmatizzati e i lettori si immedesimano in Harry.

 

Libri da amare e libri da evitare

I libri non sono innocui, possono essere anzi stimoli molto potenti, ci influenzano. Un libro riletto a distanza di tempo ci può fornire riflessioni e interpretazioni diverse, perché il lettore è cambiato ed è il lettore che interpreta. Io consiglio di leggere in generale i classici, ovvero i bravi scrittori, quelli che sanno costruire una storia con più livelli di lettura, che sanno rendere la complessità psicologica dei personaggi. Invece, si sconsigliano quei libri del genere horror, anche alcuni gialli, che sono particolarmente cruenti, che descrivono la violenza fine a se stessa e non aiutano il lettore a lavorare sui pericoli dell’aggressività

La lettura è femmina

I dati, per altro sconfortanti, sulla lettura in Italia ci dicono che sono le donne a leggere di più. Questo perché sin da piccole ci insegnano a leggere e ad avere più confidenza con le nostre emozioni.

 

(Di: Daniela Passeri)