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Arte e Cultura

Zenobia, la donna che fece tremare Roma

La statua della regina Zenobia di Palmira nel mare, opera di Nauwaf Rostom e Muhammad Hamidan. Photo by Hisham Hasan

Zenobia Settimia o Julia Aurelia Zenobia, il cui nome non latinizzato era in aramaico Bath-zabbai (בת זבי), in greco Zēnobía (Ζηνοβία) e in arabo az-Zabba ( الزباء ), (Palmira, 240 – Tivoli, 275) fu dal 267 al 272 la prima ed unica Regina di Palmira.

Fu la seconda consorte del «dux Romanorum» e «corrector totius Orientis» Settimio Odenato, signore della città di Palmira e generale romano. Zenobia istigò il nipote Meonio (che in seguito fece giustiziare) ad assassinare Odenato e il suo figliastro Settimio Erodiano (Hairan), assumendo essa stessa il governo di Palmira.

Trasformò il suo Stato in una monarchia indipendente dall’Impero romano, il Regno di Palmira, e si autoproclamò Augusta e Imperatrix Romanorum, attribuendosi il titolo divino Discendente di Cleopatra e nominando il proprio figlio Vaballato Augusto.

Reali sembianze della regina Zenobia di Palmira in una moneta del 272

La regina Zenobia, indissolubilmente legata al nome di Palmira, simboleggia la competenza politica, l’abilità diplomatica, l’intraprendenza commerciale, la destrezza economica, l’amore per la propria terra e la determinazione a difenderla, qualità che da sempre caratterizzano il popolo arabo. Il fascino leggendario della regina aleggia ancora oggi tra i resti della città carovaniera. Del fruscio dei suoi veli, del galoppo delle sue truppe ci parla il vento della sera che scende dalle montagne, accarezza le palme e si perde nel deserto infinito.

Le rovine di Palmira, foto d’archivio Flickr © Jose Luis Canales

Quando la grandezza di Palmira diventa un pericolo per la potenza imperiale di Roma, Aureliano vi pone immediatamente fine. Assedia quindi Palmira e la città si arrende. Zenobia è condotta prigioniera, catturata mentre fuggiva verso l’Eufrate. A causa di una rivolta del popolo palmireno al dominio di Roma, Aureliano incendia e saccheggia la città. Ecco le parole di Aureliano che tenta di discolparsi per la vandalica missione: “Apprendo, padri coscritti, che mi si rimprovera come un’azione indegna di un uomo, di aver trionfato di Zenobia. Ma quegli stessi che mi biasimano, non mi rifiuterebbero i loro elogi se sapessero di quale donna essi parlano; se ne conoscessero la prudenza nei consigli, la perseveranza nelle discussioni, la fermezza verso i soldati, la liberalità allorché l’occasione lo richiede, la severità quando le circostanze lo esigono”.

Herbert Schmalz – L’ultimo sguardo della regina Zenobia su Palmira durante l’assedio romano

Zenobia figura nel corteo che celebra il trionfo di Aureliano nel 274 e conclude i suoi giorni non lontana da Roma. Palmira non riuscirà mai più a risollevarsi dal disastro subito.

Romantico ritratto di fantasia della regina prigioniera, di Sir Edward Poynter (1878)