Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

Arte

Vincent Van Gogh a Saint-Rémy

von_gogh_selbstbildnissVincent Van Gogh a Saint-Rémy

Ho rivisto Vincent, l’ultima volta ad Arles, nella primavera del 1889. Era già internato al ricovero della città. Per tutto il giorno si parlò di pittura, di letteratura, di socialismo.”

Così diceva Paul Signac, l’ultimo a vedere Van Gogh ad Arles. Nel maggio 1889, dopo che il reverendo Salles lo aveva messo al corrente di una petizione redatta dagli abitanti del quartiere di place Lamartine per allontanarlo, Vincent accettò di essere ricoverato nell’ospedale del dottor Peyrou, che dirigeva il manicomio di Saint-Paul-de-Mausole.

Fondato all’inizio del secolo dal dottor Mercurin, questo antico monastero aveva offerto inizialmente ai suoi pensionanti un parco gradevole ed ampi spazi. Ma l’istituzione era decaduta e, al tempo di Van Gogh, era in uno stato di semiabbandono. A causa di questa condizione di isolata decadenza, il dottor Peyron assegnò al pittore non soltanto una camera individuale, ma anche l’uso di una stanzetta al pianterreno, da lui trasformata in un atelier.

Dalla finestra, chiusa con sbarre di ferro, Vincent poteva intravedere “un campo di grano recintato, con una prospettiva alla Van Goyen”. Saputo del matrimonio di Theo, Vincent era sempre più preoccupato di pesare sul fratello: fu questa una molla determinante nell’accettare il ricovero a Saint-Rémy. Con l’arrivo della buona stagione, verso l’estate, Van Gogh accelerò i suoi ritmi di lavoro. Sveglia generale alle sei, poi fuori, seguito da un sorvegliante, a dipingere siepi, montagne, cieli, muri.

 

  • Vincent Van Gogh, Autoritratto a Saint-Rémy, settembre 1889

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  • Vincent Van Gogh, Fontana nel giardino dell’ospedale, 1889

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  • Stanza dell’ospedale di Saint-Rèmy
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Vincent van Gogh. Stanza dell’ospedale di Saint-Rèmy