Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere (Bertolt Brecht)

Arte

Cantoria di Luca della Robbia

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Cantoria di Luca della Robbia

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell’Opera del Duomo, Firenze

La fama di Luca, secondo Alberti fra i primi grandi del secolo, si lega all’invenzione della terracotta invetriata: «un’arte nuova», dice Vasari, «utile e bellissima», che permette di ornare «con bellezza  e con non molta spesa ogni luogo acquatico ed umido» e che in scultura rende le figure lucenti e resistenti. Formatosi come orafo, collabora con Donatello alla porta del Paradiso di Ghiberti. Il suo stile classicheggiante, già evidente nella Cantoria marmorea, gli viene dall’amicizia con Brunelleschi, Nanni di Banco e il dotto umanista Niccolò Niccoli. Nei primi anni Quaranta, Luca abbandona il marmo per la nuova tecnica, dando avvio a una prolifica bottega che prosegue col nipote Andrea, il terzogenito di quest’ultimo Giovanni, e poi con altri membri della famiglia.

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell’Opera del Duomo, Firenze

I due principali «maestri d’intaglio»dell’epoca, Luca e Donatello, si trovano quasi a rivaleggiare nell’importante incarico delle due cantorie, commissionate dall’Opera del Duomo di Firenze per completare i nuovi organi. Le due opere , spostate nel XIX secolo ed esposte oggi nella stessa sala del museo, indicano con evidenza la diversità di stile dei loro autori. Luca sceglie un modulo classicheggiante a formelle inquadrate da elementi architettonici, mentre Donatello concepisce un’unica scena come ambientata all’interno di un portico. Il ballo sfrenato, la ressa panica dei fanciulli donatelliani, seppure «bozzati e non finiti» come scrive Antonio BIlli verso il 1530, risaltano dal basso con evidenza, «più che non fanno le figure di Luca».
Oggi si riconosce in Luca un recupero della classicità di carattere più omogeneo e normativo rispetto a quello trasgressivo e fantasioso di Donatello.

 

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell’Opera del Duomo, Firenze

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell’Opera del Duomo, Firenze

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Luca della Robbia, Cantoria, 1431-38, particolare. Marmo. Museo dell’Opera del Duomo, Firenze